Bollette, la fine della maggior tutela: ecco i nodi irrisolti secondo l’Autorità

La fine della maggior tutela per le bollette di luce e gas resta per ora fissata al 1° gennaio 2022 come stabilito dal decreto legge Milleproroghe. Anche se in Parlamento, che sta esaminando il provvedimento, si moltiplicano gli emendamenti e giovedì 30 gennaio è arrivato anche il parere della commissione Attività Produttive della Camera che suggerisce un’uscita scaglionata per famiglie e imprese a partire dal 2021. E i nodi irrisolti, in vista della completa liberalizzazione del mercato dell’energia, sono ancora tanti come ha puntualmente segnalato l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) nella sua ultima segnalazione al Parlamento.

1- L’uscita dalla maggior tutela per le Pmi
Il primo problema su cui l’Autorità presieduta da Stefano Besseghini solleva l’attenzione riguarda la tempistica di uscita delle pmi dai servizi di tutela. La scelta contenuta nel Milleproroghe di far scattare la chiusura della maggior tutela al 1° gennaio 2022 per tutti (famiglie e clienti commerciali) non è, ricorda l’Arera, «del tutto coerente con la direttiva Ue 2019/944» che stabilisca la facoltà di continuare a ricorre al regime di prezzi regolati «per un periodo transitorio» solo per i clienti domestici e/o le microimprese (quelle che hanno 10 dipendenti al massimo e un fatturato annuo o un totale di bilancio non superiore ai 2 milioni di euro). Ergo: le piccole imprese (meno di 50 occupati e fatturato annuo o totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro), seguendo l’indicazione dell’Europa, dovrebbero quindi abbandonare la fine tutela dal 1° gennaio 2021.

2 -La gradualità nella fine della tutela di prezzo
L’altro nodo sottolineato dall’Arera riguarda la modalità di uscita dal regime di maggior tutela. L’articolo 12, comma 3, del decreto Milleproroghe non prevede infatti alcuna gradualità nella transizione verso il nuovo assetto di mercato in cui non sarà presente la tutela di prezzo. Ma questa gradualità, spiega l’Authority, avrebbe invece consentito di mitigare l’impatto sul cliente finale del passaggio al nuovo modello di libero mercato sancito dalla legge sulla concorrenza. Anche perché, vale la pena di ricordare, in media – dati 2019 – il 53,5% dei clienti domestici (le famiglie, circa 14,9 milioni) e il 40,9% di quelli non domestici (le imprese, 2,7 milioni) è ancora fornito in maggior tutela nel settore elettrico, mentre nel gas sono circa 9,6 milioni di clienti finali (il 47% dei clienti domestici e il 42% dei condomini uso domestico).

3 -La proroga dei prezzi regolati per famiglie e microimprese
Nella segnalazione a Parlamento e Governo, l’Autorità suggerisce poi che, qualora il legislatore decida di posticipare l’uscita dalla maggior tutela per microimprese (oltreché per le famiglie), dovrebbe precisare «il livello di potenza contrattualmente impegnata», in aggiunta ai criteri identificativi fissati dalla direttiva europea per distinguere le diverse tipologie di imprese ma giudicati evidentemente troppo vaghi per consentire una gestione oculata dell’uscita dei clienti commerciali dalla tutela di prezzo.

4 -La disciplina del servizio di salvaguardia
Per gestire al meglio la transizione e consentire l’erogazione della fornitura di energia ai clienti finali per cui verrà meno la tutela di prezzo, l’Arera ribadisce poi «la necessità di certezza e stabilità normativa in relazione alle modalità individuate dal legislatore per l’assegnazione del servizio di salvaguardia». Quest’ultimo dovrebbe infatti assicurare la continutà della fornitura a chi, allo scadere del termine previsto per la fine della tutela (1° gennaio 2022), non sarà ancora passato nel mercato libero o si troverà senza un venditore per motivi non imputabili alla sua volontà, come aveva peraltro previsto la legge sulla concorrenza.

5 – Il responsabile della continuità della fornitura
Sempre con riferimento al servizio di salvaguardia, la segnalazione ribadisce l’esigenza di identificare ex lege il responsabile della continuità della fornitura «anche in condizioni di indisponibilità degli esercenti la salvaguardia che saranno selezionati mediante le procedure concorsuali». Come noto, la legge sulla concorrenza stabilisce infatti che i clienti senza fornitore all’indomani della fine delle tutele di prezzo saranno assegnati al servizio di salvaguardia attraverso aste e con condizioni che incentivino il passaggio degli utenti. Inoltre l’Autorità, chiamata a regolare questo servizio, si propone di valutare «l’opportunità di identificare il soggetto responsabile della gestione delle predette procedure (le aste, ndr)».

6 – Le differenze tra mercato elettrico e gas
L’ultima annotazione riguarda la tempistica di uscita dalle tutele di prezzo per elettricità e gas. Il Milleproroghe, come detto, non prevede una scadenza diversa per la fine dei prezzi regolati, ma, nella segnalazione, l’Arera auspica «un percorso di graduale superamento dei regimi di tutela in entrambi i settori» in modo da perseguire nel modo più efficace la completa liberalizzazione dei due comparti che registrano un diverso livello di maturità nel percorso verso la definitiva liberalizzazione (il mercato del gas risulta più avanti rispetto all’elettrico).

7 – I poteri dell’Arera
L’Autorità naturalmente promuove la completa liberalizzazione del mercato dell’energia che può portare, si legge nella segnalazione, «reali benefici ai clienti finali», a patto però che si sviluppi una reale concorrenza sul lato della domanda e che aumenti la conoscenza del mercato e la consapevolezza del cliente. Ma per far sì che l’apertura del mercato avvenga in modo efficace, l’Arera chiede «che le sia espressamente riconosciuta dal legislatore la potestà di attuare un’azione regolatoria di carattere asimmetrico, ferme restando le potestà già assegnatele dal legislatore nell’ambito del libero mercato».

 

fonte:http://amp.ilsole24ore.com/pagina/ACc9yvFB

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