Il metodo più economico per ricaricare un’auto elettrica resta sempre la ricarica casalinga, ma per farlo potrebbe essere necessario aumentare la potenza massima del contatore
Chi ha acquistato un’auto elettrica, ma anche chi sta pensando a un eventuale acquisto futuro, può avere la necessità di ricaricare la batteria presso la propria abitazione. Le tariffe residenziali della corrente elettrica restano infatti ad oggi quelle più economiche e quindi convenienti anche per la batteria di trazione di una vettura. Per far ciò è necessario prevedere l’acquisto di una wallbox (più professionale, più sicura e con report costanti dell’energia prelevata) o almeno una robusta presa industriale per supportare gli alti carichi di corrente per diverse ore.
Fatto ciò però è necessario anche ragionare sulla potenza disponibile al proprio contatore. Infatti, anche qualora la ricarica venga effettuata nel box rimessa, la propria presa non può essere collegata all’impianto condominiale, ma per motivi di corretta fatturazione deve essere una derivazione diretta del contatore della propria abitazione. La potenza utilizzata per elettrodomestici e affini deve quindi essere condivisa anche con l’automobile, quando in ricarica, rischiando di superare i limiti massimi in caso di distrazione. Può tornare utile in questi casi aumentare la potenza massima erogata dal proprio contatore, indipendentemente da quale sia il fornitore con cui si ha il contratto in essere. Generalmente i contratti italiani prevedono 3 kW di potenza (prelievo massimo 3.3 kW) che possono appunto essere pochi.
Dal 2017 è possibile aumentare la potenza a scaglioni di 0.5 kW, scegliendo il taglio che più si avvicina alle proprie esigenze con un massimo di 6 kW (prelievo massimo di 6.5 kW). Questa operazione però comporta dei costi, anche se ultimamente ridotti. Vediamo quali sono.
Costo per la richiesta di aumento
Come anticipato, l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) ha introdotto recentemente delle agevolazioni per la richiesta di aumento potenza per i contratti residenziali. Tali agevolazioni sono state prorogate fino alle richieste presentate entro il 31 dicembre 2023. Il contributo in quota potenza, che è un costo una tantum, equivale a 55.66 euro per ogni kW che si richiede in più. La cifra è scontata rispetto all’importo richiesto precedentemente, che era 69 euro.
Non è richiesto nessun contributo per oneri amministrativi. Nel caso l’aumento comporti delle frazioni di kW (0.5 o 1.5 ad esempio) è necessario calcolare l’importo in proporzione. Sottolineiamo ancora che si tratta di una cifra da corrispondere solo all’atto della richiesta, e che non si ripete annualmente.
Costo annuo in bolletta
Oltre alla spesa richiesta per la domanda di aumento potenza, ci sarà una quota fissa annuale, quella che già si corrisponde, che crescerà in base alla nuova potenza impegnata. La recente riforma ha stabilito che chiede più potenza non avrà un costo al kWh superiore, che quindi resta uguale per tutti i clienti, ma avrà solo dei costi fissi superiori in virtù della maggiore potenza impegnata dal fornitore. Passando ad esempio da 3 kW a 4.5 kW, il costo aggiuntivo annuale sarà di 35.70 euro. Con il salto più ampio, ovvero da 3 kW a 6 kW, si pagherà in più 71,55 euro ogni 12 mesi. Per chi invece ha già il contatore a 4.5 kW e desidera salire a 6 kW, il contributo annuale è sempre di 35.70 euro.
È sufficiente per ricaricare le nuove auto elettriche?
Immaginando di possedere una vettura elettrica nella media delle nuove proposte, quindi con batteria tra 50 e 60 kWh, si può immaginare di dividere durante la notte la potenza tra abitazione e ricarica. Riservando almeno 1.5 kW per la normale gestione di frigorifero e poche altre utenze (come le luci), durante le ore notturne è possibile destinare fino a 4.5 kW alla vettura, che quindi in circa 10 ore può incamerare 45 kWh, praticamente il pieno, immaginando di arrivare a casa non completamente scarichi. Nel caso si voglia anche caricare di giorno, o non si voglia procedere con troppi calcoli e programmi, è possibile anche avvalersi di wallbox smart. Queste particolari prese, oltre alla già citata maggiore sicurezza, sono in grado di riconoscere dinamicamente il carico dell’impianto, e variare quindi automaticamente la quota riservata alla vettura.
fonte: https://www.dmove.it/news/aumentare-la-potenza-del-contatore-per-ricaricare-un-auto-elettrica-ecco-modalita-e-costi